I rischi per la colonna vertebrale. A Nuoro tecnica mininvasiva
Da oltre un anno l’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’Ospedale San Francesco di Nuoro ha introdotto una soluzione chirurgica mininvasiva che rappresenta un’importante alternativa ai trattamenti tradizionali nel trattamento di fratture vertebrali.
NUORO, 19 agosto 2025 – L’estate, con le sue giornate di mare e divertimento, può nascondere insidie impreviste per la colonna vertebrale. Attività apparentemente innocue, come una gita in gommone o un tuffo improvvisato, possono infatti trasformarsi in fattori di rischio, causando traumi anche seri come la frattura di una vertebra.
Da oltre un anno, l’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’Ospedale San Francesco di Nuoro ha introdotto una soluzione chirurgica mininvasiva che rappresenta un’importante alternativa ai trattamenti tradizionali. Dal giugno 2024 a oggi, diversi pazienti – molti dei quali vittime di traumi riportati durante uscite in mare su gommoni lanciati ad alta velocità tra le onde – sono stati trattati con successo grazie a questa innovativa tecnica. In tali circostanze, l’impatto violento con l’imbarcazione dopo un sobbalzo può infatti determinare fratture da compressione a livello dorso-lombare.
A introdurre questa tecnica nell’Ospedale San Francesco è stato il direttore della struttura complessa, il dott. Claudio Bernucci, insieme all’équipe multidisciplinare di medici, infermieri e tecnici dell’Ospedale San Francesco. «Lo stenting vertebrale, o “augmentation” – spiega il dott. Bernucci -, è una procedura mini-invasiva, eseguita per via percutanea che riduce rapidamente il dolore e ottenere il consolidamento quasi immediato della vertebra fratturata».
Come si esegue questo tipo di intervento?
«L’intervento prevede l’inserimento di due cannule all’interno del corpo vertebrale, attraverso le quali viene successivamente introdotto un piccolo dispositivo simile a un martinetto idraulico, che permette di risollevare la vertebra fratturata. Successivamente, sempre attraverso le cannule, viene iniettato un cemento acrilico che stabilizza la frattura in modo definitivo».
Quali sono i benefici?
«Questo intervento ha un duplice risultato sul paziente: rispetto a interventi chirurgici più invasivi o all’immobilizzazione tradizionale con un busto – che può durare settimane compromettendo la qualità della vita – con questa metodica, relativamente innovativa (introdotta a Nuoro per la prima volta nel 2024) si ha una immediata risoluzione della sintomatologia algica e i pazienti possono iniziare sin da subito la mobilizzazione; inoltre, rispetto a altri interventi chirurgici, la stabilizzazione della vertebra fratturata avviene senza la necessità di coinvolgere altre vertebre, mantenendo così invariata la mobilità locale».
Grande soddisfazione da parte della Direzione strategica aziendale. «Voglio ringraziare il direttore Claudio Bernucci e tutta l’equipe della Neurochirurgia nuorese – commenta il Commissario Straordinario dell’ASL 3 di Nuoro, Angelo Zuccarelli – Una struttura complessa di fondamentale importanza per la rete regionale, con un bacino d’utenza che va ben oltre il Centro Sardegna, sia per le urgenze sia per gli interventi di alta specialità per l’attività cranica e della colonna vertebrale».
Ultima modifica
19 Agosto, 2025