Metaverso. La ASL di Nuoro presenta un progetto pilota a Mamone

Nei giorni scorsi il Direttore Generale dell’ASL 3, Paolo Cannas, ha presentato un progetto sul Metaverso nella Casa di reclusione di Mamone. A illustrare la proposta, presentata con il sostegno del Provveditore regionale, Antonio Galati, c’era il direttore di Mamone, Vincenzo Lamonaca.

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Data:
02 Febbraio, 2024

NUORO, 2 FEBBRAIO 2024 – «Il metaverso è una dimensione tecnologica che, a differenza di quanto si tenda a pensare, travalicherà il mondo dei giochi e dell’intrattenimento, generando profonde trasformazioni anche nel settore dell’assistenza sanitaria». L’azienda ha dimostrato di avere una sensibilità spiccata e una predilezione per le innovazioni tecnologiche, come testimoniano il sistema di telemedicina e teleassistenza aziendale, ormai decollati con i primi incoraggianti risultati, ecco perché, nei giorni scorsi, il Direttore Generale dell’ASL 3 ha presentato un progetto sul Metaverso in un luogo insolito, dove persone che sperimentano limitazioni nella libertà e vita quotidiana potrebbero avere un deciso miglioramento nell’assistenza medico-sanitaria. Stiamo parlando della Casa di reclusione di Mamone, dove un direttore altrettanto sensibile, quale Vincenzo Lamonaca, non ha avuto difficoltà a sposare senza indugio la proposta dell’ASL di Nuoro, con il sostegno del Provveditore regionale, Antonio Galati.

Il progetto Metaverso per i detenuti di Mamone potrebbe davvero rivelarsi un’opportunità di miglioramento delle prestazioni medico-sanitarie in ambito penitenziario, talvolta considerate un po’ “cenerentola” della sanità pubblica, in particolare in un periodo di carenza generalizzata di personale e di criticità nel reperimento di specialisti. Sfruttando l’ormai collaudato sistema di teleassistenza e telemedicina il progetto pilota del Metaverso a Mamone potrà rappresentare un vantaggio per l’assistenza ai pazienti della Case di reclusione, attraverso la costruzione di uno specifico modello di continuità assistenziale e di percorso individuale. Basti pensare alla possibilità di garantire una continuità di cura dopo la prima visita, monitorare i pazienti con patologie croniche e anche solo facilitare l’invio di referti.

«Le persone ristrette in carcere – spiega Paolo Cannas – hanno spesso condizioni particolarmente difficili, legate anche alle difficoltà di spostamento, e le innovazioni della sanità digitale, come il Metaverso e la telemedicina, costituiscono un supporto prezioso. Noi parliamo di metaverso, che è un ambiente virtuale all’interno del quale si possono aprire infinite stanze, per infiniti argomenti, inclusa l’assistenza medico-sanitaria. Tutto questo in accordo con la direzione di Mamone e in un clima di grande unità di intenti e condivisione degli obiettivi».

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Ultimo aggiornamento

02 Febbraio, 2024